L'icona
L'icona è stata presente nella mia vita, sin da piccola, pur non attribuendole l'importanza e il significato che oggi riesco a riconoscerle. La prima icona credo di averla vista a casa degli zii, i quali ne possedevano alcune, e una in particolare con la rizza, la cornice e il vetro. Raffigurava una Vergine con bambino, il volto era dolce e sereno e trasmetteva un senso di beatitudine e di pace.
Un altro ricordo legato all'icona è riferito all'icona custodita presso il santuario della Madonna delle Grazie a Udine. Si tratta di una Vergine che allatta, "La tradizione vorrebbe opera bizantina del sec. XIV ma è stata attribuita ad autore occidentale dei primi del quattrocento". Icona venerata e conosciuta per aver elargito innumerevoli grazie (da cui il nome del santuario); ne sono testimonianza gli innumerevoli ex-voto donati alla Vergine.
L'incontro determinante con l'icona, quello che ha lasciato una traccia indelebile nella mia vita, è stato partecipare al mio primo corso di iconografia. Da principio, pensavo che potesse essere solo un'esperienza pittorica, dove avrei appreso una tecnica e sarei venuta a conoscenza di materiali diversi da quelli che fino ad ora avevo adoperato. Pensavo di avvicinarmi a una tecnica antica; e invece l'icona mi ha attirato in una realtà per me nuova; mi sono trovata immersa in un mondo che, per quanto mi riguarda, non ha confini e precisamente mi riferisco alla tradizione che ha custodito e sostenuto la civiltà e la fede di numerosi popoli: un mondo antico che va riscoperto, sperimentato e riportato all'antico splendore per ritrovare le nostre radici. Anche dal lato teologico e spirituale mi sono trovata "dentro" una realtà felice e benedetta che mi ha stimolato, mi ha dato l'input per affrontare una ricerca e una conoscenza sempre maggiore legata alle mie origini cristiane. Attraverso l'icona, riesco a ritagliarmi dei momenti di assoluta e vera contemplazione nella meditazione che diversamente non avrei mai potuto sperimentare in tale pienezza.
L'icona, senza che volessi, ha operato dentro di me in modo quasi inconsapevole; ora, a distanza di anni, mi sono resa conto delle lente e continue trasformazioni che essa mi regala.
Quando guardo un'icona, soprattutto mentre la scrivo, riesco ad assaporare la bellezza e il Mistero del quale nostro Signore ci rende partecipi.
Penso alle prime icone giunte sino a noi: a come sono state scritte con una pienezza di fede tanto da trasmetterci al pari delle Sacre Scritture momenti biblici importanti e determinanti per la nostra vita di cristiani. Non solo, ma anche gli Acheropiti (volti del Cristo Santo non scritti da mano d'uomo), com'è possibile che ci siano stati tramandati se non per mezzo del volere di Dio! Grazie a tutto ciò oggi possiamo scrivere icone, ecco perché ritengo sia nostro/mio dovere essere fedeli alla tradizione, osservando il canone, sia nell'uso dei materiali, sia nell'esecuzione di nuovi santi.
Oggi per me, l'icona rappresenta il modo attraverso il quale posso esprimere la bellezza e la grandezza di Dio.